«I 4 miliardi che secondo le
Regioni mancano coprire le
spese del Covid. La mancata
Intesa dei governatori sulle nuove
cure territoriali in attuazione del
Pnrr, proprio per il disaccordo sulla
copertura economica. Il ritardo sulla
piena attuazione dei Livelli essenziali
di assistenza. Questi sono i tre segnali
forti che impongono una riflessione
sul finanziamento del Servizio
sanitario nazionale». Così Tonino
Aceti, presidente di SalutEquità,
lancia il monito sulla necessità di
sostenere il Ssn per gli anni a venire.
Eppure mai si è avuta
un’iniezione di risorse così
massiccia come in questi due anni e
la manovra ha previsto un aumento
di 2 miliardi l’anno .
Quell’incremento è in larga parte
agganciato a finalizzazioni di spesa
Mentre oggi le Regioni fanno i conti
con un Ssn profondamente diverso
dall’epoca pre Covid, in cui gli stessi
costi ordinari di gestione sono
aumentati nettamente. A fronte di
questa realtà, che richiede di
affrontare riforme decisive e di
attuare subito i nuovi Lea con
l’approvazione di un Nomenclatore
tariffario adeguatamente finanziato,
bisogna definire qual è la soglia di
finanziamento necessaria per far sì
che le Regioni non vadano in rosso.
Scenario oggi plausibile anche per le
amministrazioni benchmark. E poi a
guardare il decremento della
percentuale di spesa sanitaria sul Pil
previsto al 2024, non si sta tranquilli.
C’è il rischio quindi che una volta
superato l’effetto del Covid, anche
emotivo, la sanità torni a essere una
mera voce di spesa?
Questo è un tema molto serio, anche
a fronte delle nuove emergenze che il
Governo deve affrontare come la
guerra in Ucraina: la sfida è far sì che
il Ssn e il diritto alla salute siano in
cima alle priorità della politica a
prescindere dal Covid. Altrimenti
rischiamo di sprecare le tante risorse
in arrivo dall’Europa: se quei soldi
non saranno agganciati a politiche
espansive – che non possono
esaurirsi nel Pnrr ma esigono
decisioni di finanziamento corrente –
si tradurranno in nuovo ulteriore
sulle spalle delle nuove generazioni.
Quindi, come procedere?
Va fatta una Conferenza
straordinaria Stato-Regioni con al
centro una grande operazione
trasparenza che definisca
chirurgicamente il fabbisogno
economico reale, aggiornato alla luce
della rivoluzione Covid e del riordino
da effettuare, anche su temi-chiave
come i Lea e il personale
indispensabile, ancora oggi
ampiamente sottostimato, per
attuarli. L’urgenza deriva dalla
necessità di sostenere diritti, riforme
e investimenti del Pnrr, nel pieno
rispetto del principio di leale
collaborazione – e di sacrosanta
contestuale attività di monitoraggio e
rendicontazione – tra gli attori in
campo. Il Covid ha mostrato tutta la
fragilità del Ssn: un Governo
responsabile deve continuare a dare
priorità alla salute pubblica.
La partita si giocherà nella
legge di Bilancio?
Per quanto il contesto non sia dei più
favorevoli, la prossima manovra sarà
strategica: con lucidità dovrà
correggere e integrare finanziamenti
correnti per sostenere il Pnrr.
Altrimenti rischiamo, ad esempio, di
costruire case e ospedali di comunità
sguarnite di personale adeguato.
—B.Gob.
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