Rispetto al vecchio sistema (Griglia LEA con 34 indicatori), però, secondo il rapporto di Salutequità illustrato dal presidente Tonino Aceti, il Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA ha 12 indicatori “Core” di monitoraggio in meno, tutti approvati prima della Pandemia e del PNRR, quindi inadeguati alle attuali sfide che attendono il SSN e i diritti dei pazienti, mettendo a rischio l’equità del sistema.
“I maggiori finanziamenti messi sinora sul piatto potrebbero però non essere sufficienti per aumentare come servirebbe l’accesso alle cure dei cittadini, ridurre le liste di attesa, contrastare le disuguaglianze e mettere a terra le riforme, a partire da quella della nuova sanità territoriale – ha dichiarato Tonino Aceti, Presidente di Salutequità – Serve un sistema di controllo e verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza nelle Regioni più forte e dinamico rispetto a quello attuale, in grado di cogliere molto meglio le reali difficoltà che ogni giorno incontrano i cittadini in tutti gli ambiti dell’assistenza, poter intervenire con misure più mirate di potenziamento dei LEA, spingere in tutte le Regioni l’attuazione concreta della programmazione nazionale e delle riforme, così da utilizzare al meglio tutte le risorse stanziate. Il Nuovo Sistema di garanzia dei LEA entrato in vigore il 1° gennaio 2020 è già vecchio e va subito ammodernato, come peraltro previsto dal Patto per la Salute 2019-2021. Inoltre, un suo rafforzamento darebbe al Ministero della Salute anche la possibilità di esercitare in modo più incisivo le sue competenze a garanzia dell’unitarietà del SSN e dell’esigibilità dei LEA in tutte le Regioni. Ministero della Salute, MEF e Regioni aprano subito un tavolo”.
A QUESTO LINK IL RAPPORTO N. 8
“GAP ANALYSIS PER L’EQUITÀ NEL NUOVO SISTEMA DI GARANZIA DEI LEA”