L’invecchiamento della popolazione, i cambiamenti nei bisogni di salute delle persone (cronicità, multimorbidità, etc.), gli aspetti sociali e familiari (famiglie monocomponenti, anziani che si prendono cura di altri anziani, etc.), le caratteristiche orografiche, la distribuzione dei servizi e la risposta ai bisogni di assistenza, richiedono una revisione dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) a livello strutturale e organizzativo.
Secondo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e il DM n°77/22, entro il 2026 dovrà essere garantita la presa in carico al proprio domicilio ad almeno altre 842.000 persone over 65; si tratta di un incremento dei volumi del 10% al fine di rendere la “propria casa” un luogo di cura.
A tal fine sono stati stanziati quasi 3 miliardi di euro, con una ulteriore aggiunta di 750 milioni. Di questi, 250 milioni sono stati destinati all’ADI e 500 alla telemedicina, nell’ambito della rimodulazione della missione 6 del PNRR.
L’assistenza domiciliare e la telemedicina sono strettamente collegate tra loro: nel 2022 erano state pubblicate le linee guida che permettevano di definire un modello di riferimento per l’attuazione dei diversi servizi di telemedicina nel setting domiciliare; nel 2023 il “Patto per la Terza Età” (Legge n. 33/23) ha introdotto principi per migliorare le politiche a favore delle persone anziane; in uno dei punti chiave è stata prevista l’integrazione dei servizi e delle terapie erogate a domicilio, anche attraverso strumenti di telemedicina.
Premesso ciò, Salutequità intende verificare lo stato di avanzamento dei principali provvedimenti relativi alla riforma dell’assistenza territoriale, con particolare riguardo all’ADI, procedendo ad un fact checking degli adempimenti regionali conseguenti all’accordo siglato in Conferenza Stato Regioni (Rep. Atti n. 151/CSR del 4/08/21) e in cui sono stati stabiliti …i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l’autorizzazione all’esercizio e gli ulteriori requisiti per l’accreditamento delle cure domiciliari.
Per realizzare una fotografia, individuare le proposte per garantire più equità e diritti degli assistiti e superare le eventuali barriere esistenti, oltre all’attività di studio, Salutequità organizzerà un Focus Group per raccogliere informazioni ed esperienze dirette anche da professionisti sanitari (erogatori fattivi dell’ADI) e Associazioni di Pazienti (destinatari dell’intervento).
Il progetto è realizzato con il contributo non condizionato di